Ricostruire le origini di una lingua è un compito complesso e spesso rimane nel campo delle ipotesi. Tuttavia, è certo che la Lingua Siciliana, appartenente al ceppo indo-europeo, è stata parlata in modo continuo dal popolo isolano per almeno nove secoli, pur non essendo mai divenuta lingua ufficiale dello Stato.

Nel tempo, gli studiosi hanno proposto diverse teorie sull’origine del Siciliano. Le più significative sono:

  1. Lingua pre-latina: secondo questa ipotesi, il Siciliano sarebbe una diretta evoluzione della lingua dei Siculi, parlata ben prima dell’arrivo dei Romani. Questa teoria, sostenuta soprattutto nell’Ottocento da intellettuali siciliani come il Perez, afferma che il Siciliano conservi un fondo arcaico indipendente dal latino.
  2. Derivazione antica dal latino: qui si immagina che il Latino abbia attecchito in Sicilia subito dopo la conquista romana (III sec. a.C.), trasformandosi rapidamente in un idioma locale simile al Siciliano moderno, ben prima del Medioevo.
  3. Gerhard Rohlfs – Wikipedia, pubblico dominio

    Lingua romanza: la teoria più accreditata considera il Siciliano una lingua neolatina, evolutasi gradualmente dal Latino volgare nel Medioevo, al pari di Italiano, Spagnolo, Francese e altre lingue romanze.

  4. Neo-romanizzazione post-araba: proposta dal linguista tedesco Gerhard Rohlfs negli anni ’30, questa teoria sostiene che l’arabo, diffusosi durante l’Emirato di Sicilia, abbia interrotto l’evoluzione del latino, imponendosi come lingua popolare. Solo con la riconquista normanna sarebbe iniziata una nuova romanizzazione, da cui nacque il Siciliano. Rohlfs stesso ridimensionò poi questa ipotesi, definendola frutto di entusiasmo giovanile.

La visione più condivisa oggi è che il Siciliano derivi principalmente dal Latino volgare, con contributi delle lingue preesistenti e delle dominazioni successive. È una lingua in continua evoluzione, influenzata nel tempo da idiomi autoctoni e conquiste culturali, com’è oggi l’inglese a livello globale.

Quale Latino?
Non esiste un solo tipo di Latino. Quello che studiamo è la versione classica, colta e scritta. In realtà, esisteva anche un Latino popolare, parlato, in continua trasformazione, diverso da luogo a luogo. In Sicilia, l’arrivo del Latino fu graduale, e la latinizzazione dell’isola più lenta che altrove, lasciando spazio all’influsso del sostrato linguistico locale.

Gli insediamenti nella Sicilia preellenica – Wikipedia, pubblico dominio

Quando una lingua straniera si impone, viene inevitabilmente filtrata dalla lingua madre dei parlanti. In Sicilia, prima dei Romani, si parlavano idiomi come il Sicano, l’Elimo (forse non indo-europei) e il Siculo (di origine indo-europea e affine al Latino).
A questi si aggiunsero il Fenicio, il Greco e, in seguito, l’Arabo. Questo mosaico linguistico influenzò profondamente il Latino locale, contribuendo alla nascita di un idioma originale: il Siciliano.

In Conclusione è bene ricordare che il Siciliano è il frutto di una lunga stratificazione storica e culturale, nato dall’interazione tra il Latino e le lingue antiche e straniere che si sono succedute nell’isola. Una lingua viva, mutevole e testimone dell’identità profonda della Sicilia.

 

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