Peleo è una figura centrale della mitologia greca, noto soprattutto per essere il padre del grande eroe Achille. Fu re di Ftia, una regione della Tessaglia, ma le sue vicende personali furono tutt’altro che lineari, segnate da drammi familiari, esili e gesta eroiche.

Acquaforte di Balthasar Moncornet da Remigio Cantagallina raffigurante Peleo e Talamone Argonauti guidati da Teti – Wikipedia, pubblico dominio

Figlio di Eaco, sovrano dell’isola di Egina, e di Endeide, Peleo aveva un fratello, Telamone, e un fratellastro, Foco, nato da un’altra unione del padre.
Foco era il favorito di Eaco: giovane bello e abile nelle gare atletiche, attirava su di sé le simpatie del re. Questa preferenza, però, alimentò la gelosia di Endeide, madre di Peleo e Telamone, la quale temeva che Foco potesse diventare erede al trono. Spinta da questi timori, convinse i figli a liberarsi del rivale.
Così, Peleo e Telamone sfidarono Foco a una gara di pentathlon. Durante la competizione, Foco fu colpito a morte da un disco, lanciato secondo alcune fonti da Telamone, secondo altre dallo stesso Peleo. Le versioni dell’accaduto variano tra il gesto accidentale (Diodoro Siculo) e l’omicidio premeditato (Pausania).
Dopo l’assassinio, i due fratelli cercarono di nascondere il corpo in un bosco, ma il re Eaco lo rinvenne e, furioso per il delitto, bandì entrambi dall’isola.

Iniziò così per Peleo un lungo periodo di erranza e persecuzioni. Telamone trovò rifugio a Salamina, mentre Peleo si rifugiò presso il re Attore di Ftia. Qui venne purificato dal crimine grazie al figlio del re, Euritione, e ne sposò la figlia Antigone.

Peter Paul Rubens – Caccia al cinghiale calidonio – Wikipedia, pubblico dominio

Ma anche a Ftia la pace durò poco. Durante la celebre caccia al cinghiale calidonio, organizzata da Meleagro, Peleo uccise accidentalmente Euritione con un colpo di lancia. Ancora una volta costretto alla fuga, trovò riparo a Iolco presso il re Acasto. Tuttavia, nuovi guai lo attendevano: la regina Astidamia si invaghì di lui, ma fu respinta. Umiliata, accusò Peleo di aver tentato di sedurla.
Acasto, credendo alla moglie, decise di vendicarsi. Invitò Peleo a una battuta di caccia sul monte Pelio, rifugio dei centauri, e approfittò del sonno dell’ospite per rubargli la spada, lasciandolo in balia delle creature selvagge. Nonostante il pericolo, Peleo fu salvato da Ermes (o da Chirone, secondo altre versioni), che gli consegnò una spada divina inviata da Zeus. Con questa riuscì a scampare alla morte e, tornato a Iolco, si vendicò uccidendo sia Acasto sia Astidamia.

Dopo questi eventi, la vita di Peleo cambiò radicalmente. Partecipò alla leggendaria spedizione degli Argonauti alla ricerca del Vello d’Oro, e durante questo periodo conobbe la ninfa del mare Tetide (o Teti), una delle Nereidi. Il loro matrimonio, celebrato con grandissimo fasto, vide la presenza di tutte le divinità dell’Olimpo, tranne una: Eris, la dea della discordia. Infuriata per l’esclusione, Eris si vendicò lanciando il celebre pomo d’oro “alla più bella”, innescando il cosiddetto giudizio di Paride e, con esso, la lunga catena di eventi che avrebbe portato alla guerra di Troia.

Hendrick de Clerck, XVII secolo – Il banchetto degli dei alle nozze di Peleo e Teti – Wikipedia, pubblico dominio

Le nozze tra Peleo e Tetide divennero uno dei soggetti più rappresentati dell’arte greca: crateri, coppe e vasi decorati a figure rosse e nere raffigurano l’arrivo degli dèi, l’unione solenne e i simboli del destino che da quel matrimonio sarebbe nato il futuro eroe Achille.

 

.

Condividi: