Dante Gabriel Rossetti – Penelope – Wikipedia, pubblico dominio

Penelope, figlia di Icario di Sparta e di Policaste (o Peribea), è una delle figure più affascinanti dell’Odissea, uno dei grandi poemi epici attribuiti a Omero.
Moglie del re di Itaca, Ulisse (Odisseo), trascorse vent’anni in attesa del suo ritorno dalla guerra di Troia, diventando così un’icona di fedeltà coniugale.

Mentre Ulisse combatteva in terre lontane e il suo destino era incerto, il suocero Laerte le suggerì di risposarsi, temendo che il re non sarebbe mai tornato. Tuttavia, Penelope, profondamente innamorata e devota al marito, rifiutò, dichiarando che avrebbe atteso il suo ritorno.

Con il passare del tempo, la pressione affinché scegliesse un nuovo sposo si fece sempre più insistente. Per non contrariare Laerte e per guadagnare tempo, Penelope accettò la corte dei nobili pretendenti, i Proci, ponendo però una condizione: avrebbe scelto un nuovo marito solo dopo aver terminato la tessitura di un sudario destinato al suocero.

John William Waterhouse – Penelope e i pretendenti 1912 – Wikipedia, pubblico dominio

Con astuzia, di giorno tesseva la tela sotto gli occhi di tutti, mentre di notte la disfaceva in segreto, prolungando così l’attesa.
Il suo inganno fu però scoperto da un’ancella, e Penelope fu costretta a trovare un altro stratagemma.

Decise allora di proporre una prova apparentemente impossibile: avrebbe sposato l’uomo capace di tendere l’arco di Ulisse.

La strage dei Proci da un cratere magnogreco (Campania, forse Capua, 330 a.C. circa, conservato al Louvre – Wikipedia, pubblico dominio

Nessuno dei pretendenti riuscì nell’impresa, finché un mendicante, sotto gli occhi increduli di tutti, tese l’arco con facilità. Quell’uomo non era altri che Ulisse, tornato in incognito per riprendersi il suo regno e vendicarsi. Senza esitazione, sterminò i Proci e ristabilì l’ordine a Itaca.

Penelope, pur riconoscendo una somiglianza con il marito, accolse il forestiero con prudenza. Solo quando Ulisse le descrisse nei dettagli la costruzione del loro letto nuziale, un segreto noto solo a loro due, lei comprese la verità. Sciogliendosi in lacrime, lo abbracciò e, dopo vent’anni di separazione, i due trascorsero la notte raccontandosi le loro vicissitudini.

Il giorno seguente, Ulisse si recò dal padre Laerte e lo condusse alla reggia. Tuttavia, la pace non era ancora assicurata: i parenti dei Proci uccisi cercarono vendetta. Fu solo grazie all’intervento della dea Atena che si giunse a una tregua, e finalmente Itaca poté ritrovare la serenità.

Francesco Primaticcio – Ulisse e Penelope – WGA18409 – Museo d’arte di Toledo – Wikipedia, pubblico dominio

La tradizione più diffusa racconta che Penelope e Ulisse rimasero insieme e che, oltre a Telemaco, ebbero altri due figli: Arcesilao e Poliporte.

Secondo alcuni miti alternativi, la regina di Itaca non fu sempre fedele. Una leggenda narra che si unì al dio Ermes e che dalla loro unione nacque Pan, il dio selvatico.

Un’altra versione ancora più oscura racconta che Penelope si concesse a tutti i pretendenti, generando un figlio mostruoso, Pan (il “Tutto“), spingendo Ulisse, disgustato, a riprendere il suo eterno peregrinare.

 

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