Pentesilea, fiera e valorosa regina delle Amazzoni, la leggendaria stirpe di donne guerriere stanziata nei pressi del fiume Termodonte, nella regione del Ponto, presso le sponde del Mar Nero.
Pentesilea portava su di sé il peso di un tragico destino. Durante una battuta di caccia, infatti, aveva ucciso per errore la sorella Ippolita, colpendola fatalmente. Questo gesto, sebbene involontario, venne giudicato empio e inaccettabile dalla sua gente, che la costrinse all’esilio.

‘Pentesilea uccise accidentalmente sua sorella Ippolita durante la caccia’, di Emil Wolff all’Ermitage.- Wikipedia – User: Yair Haklai, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0

Così Pentesilea, col cuore spezzato e senza più una patria, iniziò un lungo peregrinare. Solo quando giunse a Troia, trovò accoglienza presso il vecchio re Priamo, che la purificò con antichi riti e cerimoniali espiatori, liberandola simbolicamente dal peccato e restituendole dignità.
Desiderosa di riscattarsi e mossa da un ardente desiderio di gloria, Pentesilea decise di unirsi ai Troiani nella guerra contro gli Achei, giungendo sul campo di battaglia dopo la morte di Ettore.
Con coraggio e fierezza, affrontò i Greci in una serie di scontri memorabili, distinguendosi per valore e abilità. Tuttavia, il suo destino si compì quando si trovò faccia a faccia con Achille: il più temibile dei guerrieri greci la trafisse, ponendo fine alla sua vita.

Ma fu proprio in quell’istante, nel contemplare il volto della regina morente, che Achille fu sopraffatto da un sentimento inaspettato: commozione, rimorso, e forse persino amore. La bellezza di Pentesilea, unita alla sua fierezza e al coraggio dimostrato in battaglia, colpirono il cuore del guerriero, che si sentì turbato e profondamente toccato.

Achille con Pentesilea morente all’Aphrodisias Arche Museum.- Wikipedia – User: Berthgmn, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0

Tale reazione non sfuggì a Tersite, un soldato greco volgare e insolente, che osò schernire pubblicamente Achille per il suo apparente cedimento emotivo. Con crudeltà, arrivò persino a oltraggiare il cadavere di Pentesilea, sfregiandone il volto.
L’ira di Achille fu immediata e inarrestabile: senza esitazione, uccise Tersite per punire la sua empietà e il suo disonore.

Nel tempo, la figura tragica e luminosa di Pentesilea divenne simbolo di fierezza femminile e di coraggio guerriero. E sebbene pagana, Dante Alighieri, nella sua Divina Commedia, volle renderle omaggio ponendola tra gli Spiriti Magni del Limbo: anime nobili vissute prima del cristianesimo, meritevoli di rispetto eterno.

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