François Boucher è considerato il massimo esponente dell’arte rococò, uno stile che incarnava perfettamente lo spirito dell’aristocrazia francese del Settecento.
La sua produzione artistica si distingue per il carattere mondano e secolare, privo di connotazioni spirituali o religiose. Nei suoi dipinti più noti, è la tematica galante a dominare, rappresentando con leggerezza e sensualità l’universo dell’aristocrazia, dedita a un’esistenza fatta di piaceri, feste e intrattenimenti amorosi. Le sue opere, pur velate da una sottile autocensura, spesso sfiorano i confini dell’erotismo esplicito, riflettendo il gusto del tempo.
Figlio di un pittore, Boucher ricevette i primi insegnamenti artistici dal padre prima di avviarsi alla carriera come incisore presso lo studio di Jean François Cars. Qui iniziò a realizzare acqueforti ispirate, tra gli altri, alle opere di Watteau, da cui assorbì elementi stilistici significativi. Dopo un viaggio in Italia intorno ai trent’anni, tornò a Parigi, dove la sua carriera artistica conobbe un rapido sviluppo. Accolto nell’Accademia di Francia, Boucher entrò in contatto con la corte e l’alta società parigina, ottenendo numerose commissioni prestigiose. L’appoggio di Madame de Pompadour, sua grande mecenate, fu determinante per la sua ascesa, permettendogli di raggiungere il titolo di “primo pittore del re” nel 1765.
Le opere di Boucher rappresentano un’epoca destinata a tramontare con il declino di quell’aristocrazia frivola e spensierata che aveva ispirato la sua arte. Le critiche rivolte ai valori di quella società, considerata superficiale e priva di profondità spirituale, hanno spesso condizionato anche il giudizio artistico sul suo lavoro. Tuttavia, Boucher rimane uno specchio autentico di un tempo in cui il piacere e la bellezza dominavano il gusto e la cultura.
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