Polimestore fu un re del Chersoneso Tracico, una regione strategica situata nell’attuale penisola di Gallipoli, abitata da popolazioni tracie e spesso coinvolta nelle vicende storiche dell’antica Grecia. È noto principalmente per il suo ruolo nella tragedia legata alla caduta di Troia e al destino del principe troiano Polidoro.
Secondo la leggenda narrata nelle fonti antiche, tra cui Euripide nella tragedia Ecuba e Virgilio nell’Eneide, il principe Polidoro, figlio del re Priamo e della regina Ecuba, fu inviato in Tracia prima della caduta di Troia. Priamo, temendo per la sorte del figlio, lo affidò alla protezione di Polimestore, accompagnato da una grande quantità d’oro affinché potesse crescere in sicurezza lontano dal conflitto.

Priamo ucciso da Neottolemo, figlio di Achille, particolare di un’anfora attica a figure nere, ca. 520 a.C.–510 a.C. Da Vulci. – Louvre Museum – Wikipedia, pubblico dominio
Tuttavia, dopo la caduta di Troia, Polimestore, spinto dall’avidità e dal desiderio di compiacere i vincitori greci, tradì la fiducia di Priamo. Fece uccidere Polidoro e si impadronì dell’oro troiano. Questo atto di tradimento segnò la sua rovina.
La vendetta per l’uccisione di Polidoro è al centro della tragedia Ecuba di Euripide. La madre del principe troiano, ridotta in schiavitù dai Greci, scoprì il destino del figlio quando il suo cadavere fu ritrovato sulle rive del mare. Ecuba, straziata dal dolore, elaborò un piano per punire Polimestore.
Con l’inganno, lo attirò in una tenda con la promessa di rivelargli un tesoro nascosto dei Troiani. Una volta dentro, con l’aiuto di altre donne troiane, lo accecò e uccise i suoi figli, infliggendogli una punizione crudele e simbolica per il suo tradimento.

Giuseppe Maria Crespi – Ecuba acceca Polimestore – Museo reale delle belle arti del Belgio – Wikipedia, pubblico dominio
Polimestore viene ricordato come un personaggio emblematico della brama di potere e del tradimento, e la sua storia è un monito sulla vendetta e sulla giustizia divina.
Nelle tragedie greche, il suo destino riflette l’inesorabile legge della tisis (punizione per l’hybris, ovvero la tracotanza), una tematica ricorrente nella cultura greca.
Le fonti non raccontano molto altro su di lui, ma la sua figura rimane leggendaria, associata a uno degli episodi più tragici legati alla fine di Troia.
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