Nella mitologia greca, Procuste, anche noto come Damaste o Polifemone, era un brigante famoso per la brutalità con cui aggrediva i viaggiatori.
Appostato sul monte Coridallo, lungo la via sacra tra Eleusi e Atene, bloccava i passanti e li costringeva a sdraiarsi su un letto di ferro o scavato nella roccia. Se la vittima era troppo bassa per il letto, la stirava fino a raggiungere la lunghezza desiderata; se era troppo alta, ne accorciava le membra per adattarla alle dimensioni del letto.

Altre versioni del racconto mitico parlano di due letti distinti: uno molto lungo e uno molto corto. In questo caso, Damaste avrebbe costretto i viaggiatori più bassi a sdraiarsi sul letto lungo, stirandoli, mentre i più alti venivano costretti sul letto corto, subendo quindi mutilazioni.

Teseo e Procuste. Lato A di un’anfora attica a figure rosse, 470–460 aC. Da Nola. – Wikipedia, pubblico dominio

La sua atrocità terminò con l’arrivo dell’eroe Teseo, che durante un viaggio da Atene a Trezene si imbatté in lui. Teseo fece subito a Damaste il medesimo supplizio che egli infliggeva alle sue vittime, liberando così la regione dal pericoloso brigante.

Vignetta della rivista Punch (1891) che confronta la nuova legge britannica sul lavoro di otto ore con il letto di Procuste – Wikipedia, pubblico dominio

Da questa storia deriva l’espressione “letto di Procuste” o “letto di Damaste”, usata per descrivere situazioni in cui si tenta di forzare qualcuno a conformarsi a uno schema rigido, o per indicare una condizione opprimente in cui ci si sente incastrati in modelli innaturali, causando disagi e sofferenze.

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