Il nostro “inviato speciale” Sandro Boccia ci delizia con delle brevi composizioni in prosa rimata sulla mitologia greca: da Zeus ad Era,  passando per Io e Argo, Perseo e la Medusa

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ZEUS 

Zeus è il dio del cielo e signore degli Dei che sorregge

con saggezza e è garante del potere, dell’ordine e della legge;

scatena tempeste e dissolve nubi, del tuono e del fulmine armato,

è padrone assoluto dell’Olimpo e della Terra e soccombe solo al Fato.

Rea, la madre, lo salvò dalla crudeltà d’Urano,

il padre, sostinuendolo con un sasso ben fasciato da un pastrano,

e lo nascose a Creta in una grotta, allevato sul monte Ida

dalle Ninfe che l’alimentarono con il miele e con il latte della capra Amaltea.

Una vorta adulto, con l’aiuto di Meti, preparò con cura la sfida

al padre, gli propinò una pozione, e così si fece una nomea,

che gli fece vomitar fratelli e sorelle, e, con l’ausilio d’un oracolo,

liberò Ciclopi e Centomani e sconfisse Urano e i Titani superando l’ostacolo.

Dopo il trionfo si sposò in pompa magna con Era-Giunone

vivendo innummerevoli amori con Ninfe e con donne, sposate o vergini, mortali,

presentandosi sotto mentite spoglie, che venivano, ahimè, punite con gli strali

della gelosia della moglie Era, sempre umiliata e offesa da questo gallo istrione.

Fu il  number one, una figura solenne, maestosa, ritratto con magnificenza

che impugna lo scettro e la saetta con accanto l’aquila che è simbolo di potenza!

Zeus ed Era in trono – Foto di Clker-Free-Vector-Images da Pixabay

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ERA 

Figlia di Saturno e Rea, vien divorata dal padre Crono

ma tornò in vita grazie a uno stratagemma di Giove sovrano

che sposò: protettrice delle donne, del parto e del matrimonio,

da quest’unione nacquero 4 figli: Ebe, Ilizia, Marte e Vulcano.

Fu una Dea gelosa, ostinata, litigiosa e temuta dal marito,

che, a causa delle continue scappatelle, se la legò spesso al dito

e perseguitò i figli e le amanti di questo Dio infedele, pieno di voglie,

vittime sia del suo amore, spesso non corrisposto, sia della moglie.

Con un diadema o una corona vien disegnata con uno scettro in mano,

con i pavoni che trainano il suo carro; nascosta  fra le nubi,

mentre spia da 007 gli amori di Giove pappagallo e i connubi;

assieme a Atena, fu offesa dal pastore  Paride, principe troiano,

che, alla promessa d’aver la più grande fica della terra, Elena pischella,

le preferì Venere a cui consegnò il pomo d’oro con scritto “alla più bella”!

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IO E ARGO

Argo non è soltanto il nome del cane d’Ulisse

ma anche quello d’un giovane pastore con mille occhi,

raffigurato addormentato ai piedi d’un albero disteso sui ginocchi.

Si sa’ che Giove era il Dio delle scappatelle e nel fare il “bisse”,

amò Io, sotto le sembianze d’una nube, che fece traformar in vacca

per scampare all’ira di Giunone; Era, allora, accortasi dell’inganno,

si fece regalar l’animale che affidò per la custodia a Argo per tutto l’anno,

facendo riposar a turno gli occhi, e non permise a Giove di leccare quella patacca.

Preoccupato per le sorti d’Io-giovenca (prima l’ho chiamata vacca per la rima)

tormentata sempre da un tafano che con il pungiglione l’affliggeva più di prima,

Zeus fu costretto a chiede aiuto allora a Ermes-Mercurio alato,

che riuscì a fare addormentar Argo al suono d’un flauto assai intonato.

Jacopo Amigoni – Giunone che riceve la testa di Argo (Wikipedia – Pubblico dominio)

Secondo altre versioni Ermes addormentò Argo e gli fece fare una brutta sorte

e dopo lo abbattè lanciandogli un sasso e provocandogli la morte.

Per rendere onore al suo fedele servitore gli attaccò gli occhi Giunone

alla coda d’un pavone, bestia sacra alla Dea della familiare unione.

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PERSEO E LA MEDUSA

Medusa è una delle tre famose Gorgoni, l’unica immortale,

mostri con orribili serpi nella testa, fatti di bronzo e con le ali d’oro,

il cui sguardo è così terrificante che pietrificavano chi guardava loro.

Perseo, grazie a Minerva e a Mercurio, “me cojoni”: l’aiuto vale,

riuscì a recidere il capo di Gorgone da cui è nato

il gigante Crisaroe e Pegaso, il celebre alato cavallo,

e nonostante morta, chi la guardava veniva in pietra immortalato

mentre Ovidio ci racconta che dal suo sangue ha origine il corallo.

Firenze, Loggia dei Lanzi, il Perseo di Benvenuto Cellini. (Wikipedia – Pubblico dominio)

Perseo poi la regalò a Atena che la depose sull’egida e sullo scudo

come è raffigurata sollevata, in segno di vittoria, dalla mano dell’eroe nudo.

Di ritorno dall’impresa, Perseo s’innammorò della figlia del re d’Etiopia,

Andromeda, incatenata a una rupe, a un mostro marino sacrificata;

l’eroe ammazzò l’orribile bestiaccia come Gorgone in fotocopia

con la spada ricurva regalatagli da Ermes e la ragazza fu con lui maritata.

Infine Perseo eliminò un altro pretendente, un Fineo tale,

che venne pietrificato dalla Medusa come gli altri in modo eguale!

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