Charles de Foucauld nacque il 15 settembre 1858 a Strasburgo, in Francia. Orfano fin da bambino, crebbe sotto la tutela del nonno e visse una giovinezza ribelle e sregolata, abbandonandosi a una vita priva di certezze spirituali, in cui «senza niente negare e senza niente credere» inseguiva esclusivamente il piacere.
Scelse la carriera militare e si arruolò nell’esercito francese, ma il suo comportamento indisciplinato e la sua condotta dissoluta gli valsero il congedo con disonore. Fu allora che decise di intraprendere una nuova strada: quella dell’esplorazione. Affascinato dall’ignoto, si avventurò in un viaggio nel Marocco, allora ancora poco conosciuto dagli europei. La sua impresa, documentata con precisione e rigore scientifico, gli procurò un riconoscimento prestigioso: la medaglia d’oro della Società di Geografia di Parigi.

Ultima foto di Charles de Foucauld vivo. (ca 1915) – Wikipedia, pubblico dominio
Il contatto con l’Islam e la fede incrollabile di alcuni musulmani incontrati in Africa ebbero su di lui un effetto profondo. Scosso da quell’intensità spirituale, Charles iniziò un cammino di ricerca interiore che lo condusse, al suo ritorno in Francia, a riscoprire il cristianesimo. La sua conversione fu radicale: per la prima volta, si accostò con umiltà al sacramento della confessione, sancendo l’inizio di una vita interamente dedicata a Dio.
Mosso dal desiderio di consacrarsi pienamente, entrò nell’ordine dei Trappisti, noto per la sua austera disciplina monastica. Tuttavia, dopo alcuni anni, comprese che quella non era la sua strada. Si recò allora in Terra Santa, dove visse nella più totale povertà, desideroso di imitare Gesù nella semplicità e nel nascondimento.
Ordinato sacerdote, decise di portare la sua missione ai confini del mondo, stabilendosi in Africa, vicino a un’oasi sperduta del Sahara. Qui adottò uno stile di vita essenziale, indossando una semplice tunica bianca sulla quale aveva cucito un cuore rosso sormontato da una croce, simbolo del Sacro Cuore di Gesù.
Charles non cercava di convertire con le parole, ma con l’esempio. Per chiunque varcasse la soglia della sua modesta dimora si presentava come «fratello universale», offrendo ospitalità e accoglienza incondizionata. Con il passare del tempo, si addentrò ancora di più nel deserto, raggiungendo il remoto villaggio tuareg di Tamanrasset. Qui trascorse tredici anni dedicandosi alla preghiera, a cui riservava fino a undici ore al giorno, e alla creazione di un monumentale dizionario francese-tuareg, un’opera ancora oggi utilizzata per lo studio della lingua e per la futura evangelizzazione della regione.
La sera del 1° dicembre 1916, la sua casa, sempre aperta a chiunque, fu assalita da un gruppo di predoni. Charles de Foucauld venne ucciso e il suo corpo fu ritrovato accanto all’ostensorio contenente l’ostia consacrata, quasi in un’ultima adorazione.
Il suo sacrificio non fu vano: il suo esempio ispirò la nascita di diverse comunità spirituali e missionarie che continuarono il suo ideale di fraternità universale.
Beatificazione e canonizzazione
Il 13 novembre 2005, sotto il pontificato di Benedetto XVI, Charles de Foucauld fu proclamato beato nella Basilica di San Pietro. Il 27 maggio 2020, papa Francesco riconobbe un miracolo attribuito alla sua intercessione, aprendo la strada alla canonizzazione, che venne celebrata il 15 maggio 2022 in Piazza San Pietro.
Oggi, san Charles de Foucauld è considerato un modello di fede vissuta nell’umiltà, nell’amore per il prossimo e nel servizio silenzioso, incarnando il messaggio evangelico attraverso la sua vita e il suo martirio.
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