Le Profezie di San Malachia rappresentano uno dei testi profetici più controversi e discussi della storia della Chiesa Cattolica. Si tratta di una serie di brevi motti o frasi che descrivono simbolicamente ciascun Papa, a partire da Celestino II (eletto nel 1143) fino a un ultimo Papa, spesso interpretato come un presagio della fine dei tempi.


Lucien-Leopold Lobin – Vetrata raffigurante San Malachia – Cathedral of the Immaculate Conception, Sligo, County Sligo, Ireland – Wikipedia . User: Andreas F. Borchert, immagine rilasciata con licenza CC BY-SA 4.0

Chi era San Malachia?

San Malachia (1094-1148), al secolo Malachia O’Morgair, fu un arcivescovo irlandese, venerato per la sua santità e per il suo ruolo di riformatore ecclesiastico.

Malachia visse nel XII secolo e fu canonizzato da Papa Clemente III nel 1190, diventando il primo santo irlandese riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa.

Secondo la tradizione, durante un viaggio a Roma nel 1139, San Malachia avrebbe avuto una visione profetica che gli rivelava l’intera lista dei futuri Papi. Questa lista, composta da 112 motti latini, sarebbe stata poi redatta e inviata a Roma, dove rimase sconosciuta fino alla sua pubblicazione nel 1595 ad opera di Arnold de Wyon, un monaco benedettino.

Le profezie consistono in una sequenza di brevi frasi simboliche, scritte in latino, che descrivono in modo enigmatico ciascun Papa. Ogni motto fa riferimento a un aspetto particolare del pontificato, come:

  • L’origine geografica del Papa.
  • Un elemento araldico legato allo stemma della famiglia.
  • Caratteristiche personali o eventi significativi del suo papato.

Ad esempio:

  • “De medietate lunae” (Della metà della luna) è associato a Papa Giovanni Paolo I, il cui breve pontificato durò circa un mese (settembre-ottobre 1978), proprio come una fase lunare.
  • “Pastor angelicus” (Pastore angelico) viene attribuito a Papa Pio XII, spesso descritto come un leader dalla grande spiritualità.

La parte più inquietante delle profezie riguarda l’ultimo Papa della lista. Il motto finale recita:

“In persecutione extrema S.R.E. sedebit Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus: quibus transactis, civitas septis collibus diruetur, et Judex tremedus judicabit populum suum. Finis.”

Tradotto:

“Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro Romano, che pascerà il gregge tra molte tribolazioni; terminate queste, la città dai sette colli (Roma) sarà distrutta e il Giudice terribile giudicherà il suo popolo. Fine.”

Questo enigmatico passaggio è interpretato come un presagio della fine dei tempi e della distruzione di Roma, associando l’ultimo Papa, Pietro Romano, al ritorno del Giudizio Universale.

Le profezie di San Malachia sono oggetto di dibattito da secoli. Alcuni storici e teologi ritengono che il testo sia un falso del XVI secolo, creato per influenzare l’elezione pontificia di quel tempo. Tra gli indizi che alimentano lo scetticismo vi sono:

  1. La mancanza di riferimenti storici prima della pubblicazione nel 1595.
  2. La maggiore precisione dei motti per i Papi vissuti prima del XVI secolo, mentre quelli successivi risultano più vaghi.
  3. Il contesto politico-religioso dell’epoca, che potrebbe aver favorito la creazione di un’opera propagandistica.

Nonostante ciò, molti sostenitori delle profezie continuano a ritenerle autentiche, trovando coincidenze tra i motti e i Papi successivi.

Le Profezie di San Malachia rimangono un enigma affascinante e controverso, un intreccio di fede, simbolismo e mistero. Che si tratti di una visione divina o di un abile stratagemma storico, queste profezie continuano ad affascinare credenti e studiosi, stimolando riflessioni sul presente e sul futuro della Chiesa Cattolica.

 

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