Il santuario in una foto di fine Ottocento di Giorgio Sommer – Wikipedia, pubblico dominio

La storia di Santa Rosalia, come accade per molti santi vissuti in epoche remote, è un intreccio di fatti storici, leggende e fede. La sua esistenza si svolge tra Palermo e Santo Stefano Quisquina, tra la vita nobile nei palazzi e la solitudine delle grotte di montagna.
Rosalia è una giovane che rinuncia ai privilegi della sua nascita per dedicarsi interamente alla fede. Di certo sappiamo che trascorse dodici anni in una grotta e che morì qualche anno dopo in un’altra.

Anthony van Dyck – Santa Rosalia incoronata dagli angeli (1624-25) – Wikipedia, pubblico dominio

Vissuta nel XII secolo, Rosalia nasce a Palermo dal conte Sinibaldo e da Maria Guiscarda. Suo padre aveva progettato per lei un matrimonio prestigioso, ma all’età di circa dodici o quattordici anni, per sfuggire a queste nozze imposte, Rosalia fugge e si rifugia nella grotta della Quisquina, immersa in un fitto bosco nella provincia di Agrigento. Tuttavia, la sua fuga non è casuale: la Serra Quisquina appartiene alla sua famiglia e Rosalia, conoscendola bene, la sceglie come nascondiglio ideale.

Non si deve immaginare la Santa in totale isolamento. In quel periodo, infatti, molti eremiti vivevano nei pressi di chiese o monasteri per ricevere supporto religioso e partecipare alle funzioni liturgiche. Anche Rosalia sembra aver seguito questa consuetudine, poiché all’epoca esisteva un convento di monaci Basiliani nelle vicinanze, di cui ancora oggi si possono vedere i resti nelle campagne di Melia.

Nel cuore della Riserva di Monte Cammarata, a Santo Stefano Quisquina, si trova un seicentesco eremo costruito attorno alla prima grotta in cui visse Santa Rosalia. Situato a quasi mille metri di altezza, questo complesso monumentale comprende la Sacra Grotta, il Santuario e il convento, tutti realizzati in uno stile architettonico organico, adattato all’ambiente circostante. Dopo anni di abbandono, l’eremo è stato affidato ai volontari dell’Associazione Pro Loco e oggi è visitabile grazie a un percorso guidato.

Vincenzo La Barbera, Santa Rosalia intercede per Palermo, 1624– 1625, Palermo, Museo diocesano – Wikipedia, pubblico dominio

Dopo il lungo periodo di penitenza alla Quisquina, Rosalia decide di tornare a Palermo. Colpita dalla sua devozione, la regina Margherita, moglie di Guglielmo I di Sicilia, le concede di vivere in una grotta sul Monte Pellegrino, dove trascorre gli ultimi anni in preghiera e solitudine, fino alla morte, avvenuta il 4 settembre 1160 secondo le fonti liturgiche antiche.

Il culto di Santa Rosalia si diffonde rapidamente, ma la sua fama crebbe soprattutto nel 1624, quando Palermo è devastata dalla peste. Una donna di nome Girolama La Gattuta riferisce di aver avuto una visione della Santa, che le indica il luogo dove sarebbero stati ritrovati i suoi resti. Quando le ossa vengono portate in processione per la città, la peste inizia a regredire fino a scomparire completamente il 15 luglio 1625.

Quaranta giorni dopo il ritrovamento sul Monte Pellegrino, all’ingresso della grotta della Quisquina viene scoperta un’iscrizione in latino arcaico attribuita alla Santa: “Io, Rosalia, figlia di Sinibaldo, signore della Quisquina e del Monte delle Rose, ho deciso di abitare in questa grotta per amore di mio Signore Gesù Cristo“.

Per verificare l’autenticità delle reliquie, viene istituita una commissione, ma le incertezze degli esperti ritardano il verdetto. Nel febbraio 1625, Vincenzo Bonelli dichiara di aver avuto una visione della Santa che conferma l’autenticità delle ossa e promette un miracolo. 

Santa Rosalia in gloria di Pietro Novelli – Wikipedia, pubblico dominio

Informato di questa testimonianza, il cardinale Giannettino Doria convoca una nuova commissione che certifica l’appartenenza delle reliquie a una giovane donna. Il 7 giugno 1625 le ossa vengono portate in processione in un prezioso reliquiario d’argento e cristalli. Da quel momento la peste si attenua, fino a scomparire completamente un anno dopo.

Il 15 agosto 1625 il Senato Palermitano proclama Santa Rosalia prima Protettrice di Palermo. Il 26 gennaio 1630 Papa Urbano VIII inserisce il suo nome nel Martirologio Romano. Nel 1637 le sue reliquie vengono collocate in un’urna reliquiario, capolavoro dell’oreficeria barocca palermitana, sigillando così il legame eterno tra la Santa e la città di Palermo.

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