Peter Paul Rubens – Teresa d’Avila – Kunsthistorisches Museum Vienna – Wikipedia, pubblico dominio

Santa Teresa d’Avila è una delle più grandi mistiche della storia.
Nata il 28 marzo 1515 ad Avila, era la terza di nove figli, con altri tre fratellastri nati dal precedente matrimonio del padre.
Fin da bambina, Teresa dimostrò un carattere forte e indipendente, accompagnato da un profondo desiderio di trascendenza, che la portò a trovare nell’unione mistica il senso più autentico dell’amore per Cristo.

Di lei, padre Carlo Cremona scrisse:
Nel mondo secolare esistono donne dal carattere mascolino che hanno segnato la storia, come Golda Meir o Margaret Thatcher. Tuttavia, quando una donna esprime una forza simile, rischia di perdere la sua preziosa femminilità. Le grandi donne del cristianesimo, invece, sono infinitamente più forti e al contempo pienamente femminili: pensiamo a Caterina da Siena o a Teresa d’Avila. Quest’ultima possedeva una potenza spirituale tale da intimorire papi e cardinali, regnanti e principi, imponendosi con saggezza e coraggio. Le sue riforme religiose, i suoi scritti teologici e mistici, e i suoi straordinari carismi ne fanno una figura unica. Morì ad Alba de Tormes il 4 ottobre 1582 e fu proclamata Dottore della Chiesa da Paolo VI.

Uno degli episodi più celebri legati agli angeli è la visione del Trono Divino, probabilmente avvenuta durante il soggiorno di Teresa a Toledo nel 1562. Così la Santa descrive l’esperienza nella sua autobiografia:
Mi sembrava di vedere il cielo aprirsi… Mi fu mostrato il Trono, sorretto da figure che pensai fossero il simbolo degli evangelisti (Ap 4,6-8). Non vidi chiaramente il Trono né chi vi sedesse, ma solo una moltitudine di Angeli di una bellezza incomparabile, superiore a quella di tutti gli angeli visti finora. Pensai che fossero serafini o cherubini, infiammati d’amore per Dio. La differenza tra loro e gli altri angeli era evidente, così come la gioia immensa che provavo, impossibile da descrivere o immaginare per chi non l’abbia vissuta.

Dopo questa esperienza, Teresa provò un profondo distacco dalle cose terrene:
Mi vergognavo di soffermarmi su qualsiasi cosa del mondo, tanto meno di legarmi ad essa, poiché l’universo intero mi appariva come un semplice formicaio.”

Questi doni mistici, come sottolinea Teresa, non sono fini a sé stessi, ma un mezzo per aiutare l’anima a progredire nel cammino delle virtù. Tra le sue visioni più toccanti c’è quella della Madonna accompagnata dagli Angeli:
La vigilia di San Sebastiano, durante il mio primo anno di priorato all’Incarnazione, mentre recitavamo la Salve Regina, vidi la Madre di Dio, circondata da una moltitudine di Angeli, discendere verso il seggio della priora, dove si trova la statua di Nostra Signora. Gli Angeli si disponevano sopra la cornice e gli appoggi degli stalli, ma non in forma corporea: era una visione intellettuale.

Questo episodio rivela l’unità tra la liturgia terrestre e quella celeste, con gli Angeli che, come liturghi del Cielo, partecipano alla preghiera corale elevata a Dio. La loro presenza accanto alla Madonna evidenzia il ruolo di intermediari che Dio ha affidato loro, sempre pronti a servire la Regina del cielo e i suoi devoti.

Un’altra visione importante è quella della lotta tra Angeli e demoni. Teresa scrive:
Il giorno della SS.ma Trinità, mentre ero in estasi, vidi una grande battaglia tra Angeli e demoni, senza comprenderne il significato. In seguito capii che si trattava di una disputa tra persone di orazione e altre che non lo erano, causando grandi sofferenze alla casa in cui si era verificata. A volte, mi vedevo circondata da una luce chiarissima che impediva ai demoni di avvicinarsi. Compresi allora che Dio vegliava su di me.”

Questa visione simboleggia il ruolo degli Angeli come custodi inviati da Dio per proteggere i fedeli nei momenti di pericolo, contrastando le insidie del maligno.

Gianlorenzo Bernini – L’Estasi di Santa Teresa. Transetto occidentale di Santa Maria della Vittoria (XVII secolo) Roma. – Wikipedia, pubblico dominio

Celebre è anche la trasverberazione del cuore di Santa Teresa, narrata dalla Santa stessa e immortalata nel marmo dal Bernini.
L’opera, realizzata nel 1646, si trova nella chiesa di Santa Maria della Vittoria a Roma ed è considerata un capolavoro eterno.

Guglielmo Borremans – Trasverberazione del cuore di Santa Teresa nella Cappella di Santa Teresa d’Avila, chiesa di Santa Teresa alla Kalsa, Palermo – Wikipedia – User: Effems. opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 4.0

La trasverberazione del cuore è commemorata ogni 26 agosto dall’Ordine Carmelitano.

Il cuore trasverberato della Santa, esposto nella chiesa del Monastero di Alba de Tormes, mostra ferite multiple.

Santa Teresa descrive così questo dono divino:
Vidi un angelo piccolo e molto bello, con un volto così ardente da sembrare consumato dall’amore divino. Nelle mani teneva un lungo dardo d’oro con una punta di fuoco. Lo conficcava più volte nel mio cuore, fino alle viscere, e quando lo ritraeva sembrava portarselo via, lasciandomi infiammata d’amore per Dio. Il dolore era così intenso da farmi gemere, ma la dolcezza che lo accompagnava era tale da non desiderarne la fine. Era un dolore spirituale, sebbene anche il corpo partecipasse. Chiedo alla divina bontà di far provare questa esperienza a chi dubita delle mie parole.

 

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