Quanti nomi di scienziate, oltre a Marie Curie, Margherita Hack o Rita Levi Montalcini, riusciremmo a ricordare senza esitazione?
Ancora oggi, il contributo femminile alla scienza è spesso sottovalutato o dimenticato, nonostante sia stato cruciale in numerosi campi del sapere. Vale la pena ricordare che la prima donna laureata della storia fu un’italiana, Elena Cornaro, a Venezia nel 1678, e che la scienza deve molto anche al genio femminile. Ecco alcune figure straordinarie, il cui lavoro ha segnato profondamente il progresso scientifico.

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Ada King, Contessa di Lovelace (1815 – 1852)

Margaret Sarah Carpenter – Ritratto di Ada Lovelace – Wikipedia, pubblico dominio

Ada King, Contessa di Lovelace, fu una pioniera dell’informatica. Collaborando con Charles Babbage, comprese le potenzialità della sua Macchina Analitica ben oltre le sue funzioni matematiche: intuì che si trattava di un elaboratore universale, capace di manipolare simboli e non solo numeri. Le sue note tecniche, allegate alla traduzione di un saggio sull’argomento, contenevano il primo algoritmo destinato a essere eseguito da una macchina. Di fatto, creò il primo “programma” della storia. La Macchina Analitica anticipava concetti fondamentali dei computer moderni: memoria (magazzino), unità di controllo, cicli condizionali. Ada Lovelace ne fu la prima interprete teorica.

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Emmy Noether (1882 – 1935)

Ritratto di Emmy Noether – Wikipedia, pubblico dominio

Il teorema di Noether è oggi un pilastro della fisica teorica. Stabilisce un legame profondo tra simmetrie e leggi di conservazione: a ogni simmetria continua di un sistema fisico corrisponde una grandezza conservata. Ad esempio, l’invarianza temporale implica la conservazione dell’energia. Questo principio è fondamentale per comprendere il funzionamento dell’universo, dalla meccanica classica alla relatività generale e alla fisica dei buchi neri. Nonostante l’iniziale ostracismo accademico, Noether fu riconosciuta da scienziati come Einstein, che la definì “il più significativo genio matematico prodotto finora da una donna”.

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Mary Anning (1799 – 1847)

Ritratto di Mary Anning col suo cane Tray – Wikipedia, pubblico dominio

Mary Anning contribuì in modo decisivo alla nascita della paleontologia. I suoi ritrovamenti, come l’ittiosauro e il plesiosauro, cambiarono radicalmente la comprensione della storia della vita sulla Terra e fornirono le prime prove empiriche della realtà dell’estinzione e dell’evoluzione delle specie. Pur senza una formazione accademica, le sue scoperte furono fondamentali per lo sviluppo della geologia e della teoria evoluzionistica. Oggi il suo lavoro è riconosciuto come una base imprescindibile nella scienza dei fossili.

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Lise Meitner (1878-1968)

Lise Meitner intorno al 1900 – Wikipedia, pubblico dominio

Lise Meitner fu la mente teorica dietro la spiegazione della fissione nucleare, il processo mediante il quale un nucleo atomico si divide in nuclei più piccoli, liberando un’enorme quantità di energia. Fu lei a interpretare correttamente i risultati sperimentali ottenuti da Otto Hahn, spiegandoli alla luce della nuova fisica quantistica. La fissione nucleare sarebbe divenuta poi la base dell’energia nucleare e delle armi atomiche. Nonostante ciò, il Nobel fu assegnato al solo Hahn.
Meitner, contraria alla guerra, rifiutò ogni coinvolgimento nel progetto Manhattan.

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Barbara McClintock (1902-1992)

Barbara McClintock nel suo laboratorio, 1947 – Wikipedia, pubblico dominio

Barbara McClintock rivoluzionò la genetica scoprendo i trasposoni, ovvero segmenti di DNA capaci di spostarsi da una posizione all’altra nel genoma. Studiando la colorazione delle pannocchie di mais, osservò meccanismi che spiegavano la variabilità genetica attraverso l’attivazione e disattivazione di specifici geni. La sua teoria dei “geni mobili”, inizialmente accolta con scetticismo, anticipava concetti fondamentali oggi alla base della genetica molecolare e dell’epigenetica. Solo nel 1983 il suo contributo fu riconosciuto con il premio Nobel per la Medicina.

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Dorothy Hodgkin (1910-1994)

Attraverso l’uso della cristallografia a raggi X, Dorothy Hodgkin rese visibili le strutture tridimensionali di molecole biologiche complesse. Scoprì la struttura della penicillina, della vitamina B12 e, in parte, dell’insulina, rivoluzionando la biochimica e la farmacologia.

Struttura della cobalamina (vitamina B12) – Wikipedia, pubblico dominio

Il suo lavoro permise lo sviluppo di farmaci sintetici più efficaci e aprì la strada allo studio delle proteine e degli enzimi a livello atomico. Fu insignita del premio Nobel per la Chimica nel 1964, divenendo un punto di riferimento per la scienza moderna.

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La scienza è fatta di rigore, metodo e intuizione, e queste donne hanno dimostrato come il genere non sia mai stato un limite per il genio. Se i loro nomi fossero noti quanto le loro scoperte sono fondamentali, la percezione della scienza stessa ne uscirebbe arricchita.
Oggi più che mai, raccontare il contributo delle scienziate non è solo un atto di giustizia storica, ma uno stimolo necessario per le generazioni future.

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