Simone Martini, noto anche come Simone Senese, nacque intorno al 1284 a Siena o nei dintorni. Pittore e miniatore, si formò artisticamente nella bottega di Duccio di Buoninsegna, il più grande esponente della scuola senese.
Giovanni Battista Cecchi – Ritratto immaginario di Simone Martini – Wikipedia, pubblico dominio
Nel suo stile si riconosce anche l’influenza di Giovanni Pisano, con cui collaborò a Siena, e di Giotto, sebbene la pittura di Simone Martini si distingua come una poetica alternativa a quella giottesca. I suoi colori sono delicati, tenui, e le sue opere trasmettono una sensibilità lirica, pur rivelando una grande attenzione ai dettagli realistici.
Tra il 1316 e il 1327, Simone aprì una propria bottega. Nel 1324 sposò Giovanna Memmi, sorella di Lippo Memmi, anch’egli pittore della scuola senese.
Le opere di Simone Martini sono caratterizzate da un’atmosfera fiabesca, con volumi meno solidi rispetto a quelli di Giotto e un chiaroscuro più delicato. La sua pittura è preziosa non solo per l’abbondante uso dell’oro, ma anche per il tratto raffinato e decorativo. Maestro nella tecnica della punzonatura, un procedimento mutuato dall’arte orafa, fu il primo a utilizzarla nella pittura, creando dettagli incisi sulla superficie dorata delle sue opere.
Nel 1335, Papa Benedetto XII chiamò Simone Martini a lavorare presso la corte papale ad Avignone. Inizialmente soggiornò lì in modo sporadico, per stabilirvisi definitivamente nel 1340. Durante questo periodo, strinse amicizia con Petrarca, che gli dedicò alcuni sonetti.
Tra le opere realizzate ad Avignone vi erano gli affreschi con le Storie dei martiri nel Palazzo dei Papi e altre decorazioni di grande rilievo, molte delle quali sono andate perdute, come gli affreschi per la cattedrale di Notre Dame e l’altare per Napoleone Orsini. Il suo soggiorno nella città papale contribuì significativamente alla diffusione dell’arte senese in Europa e alla nascita del Gotico Internazionale.
Simone Martini morì il 4 agosto 1344 ad Avignone. Fu sepolto nella chiesa dei Domenicani della città, lasciando un’eredità artistica che influenzò profondamente la pittura europea.