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La mitologia, termine derivante dal greco mythos (racconto poetico) e logein (discorrere in modo razionale), si riferisce allo studio dei miti, spesso legato alle singole religioni. Si tratta di una disciplina complessa, considerata un fenomeno culturale di grande rilevanza, analizzabile attraverso molteplici prospettive.

Il corpus della mitologia è costituito da un insieme di narrazioni, prevalentemente orali o letterarie, nonché da drammatizzazioni e rappresentazioni figurative. Questi racconti mettono in scena eventi che si collocano al di fuori del tempo storico, focalizzandosi su personaggi e vicende emblematiche.

La trama delle storie mitologiche è caratterizzata da un continuo intrecciarsi, disgregarsi e riformarsi, offrendo diverse prospettive a seconda delle modalità narrative o rappresentative. Tale intreccio costituisce un elemento essenziale del patrimonio culturale di una determinata civiltà, fungendo da veicolo per i suoi valori, le sue credenze e la sua visione del mondo.

Le civiltà antiche, nella maggior parte dei casi, consideravano i miti come il ricordo di eventi realmente accaduti, spesso legati alla creazione del mondo e all’origine dell’esistenza. Solo culture dotate di una struttura intellettuale più avanzata e complessa hanno iniziato a mettere in discussione la verità letterale dei miti, interrogandosi sulle loro origini e sulle motivazioni della loro creazione. Questo approccio ha portato a un’indagine più profonda sul significato e sulla funzione dei miti nel contesto della cultura umana.

Michel Corneille il Giovane – Iris e Giove – Wikipedia, pubblico dominio

Uno dei primi tentativi di spiegare l’origine dei miti è attribuito a Evemero, filosofo greco vissuto tra il IV e il III secolo a.C. Secondo l’interpretazione evemeristica, i miti sarebbero resoconti di eventi storici reali che, trasmessi di generazione in generazione, sono stati progressivamente enfatizzati e trasformati. In questa prospettiva, gli dèi del mito sarebbero stati antichi re, guerrieri o figure di rilievo, successivamente mitizzati e divinizzati nel corso del tempo. Questa tesi ha trovato sostenitori anche in epoche moderne.

Altri filosofi greci, come Plotino e Porfirio, rigettarono l’idea di un fondamento storico nei miti. Essi interpretarono la mitologia come un insieme di insegnamenti morali espressi attraverso metafore e allegorie. Questa visione, pur essendo ancora oggi condivisa da alcuni, viene in genere considerata limitata dagli studiosi moderni, i quali ritengono che non tutti i miti siano portatori di significati morali.

Nel XVII secolo, Giambattista Vico propose un’interpretazione innovativa: secondo lui, i miti nacquero dall’incapacità dei primi uomini di concepire idee astratte. Per esprimere le loro esperienze e comprendere il mondo, questi uomini ricorsero a immagini figurative e a un linguaggio poetico.

Nel XVIII secolo emerse una teoria diversa, secondo cui i miti avrebbero avuto origine nei culti primordiali dedicati al Sole, tracce dei quali sono riscontrabili in culture di tutto il mondo.
In ogni caso, i miti rappresentano uno sforzo immenso della mente umana per comprendere e dare significato alla realtà. Essi costituiscono un tentativo di interpretare il mondo, l’agire umano sia individuale che collettivo, e persino il corso della storia.

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