Dire Trivia equivale a evocare Ecate, la misteriosa divinità oscura, una e trina, regina della magia e custode delle soglie. Questa dea, strettamente legata a Diana e Selene, incarna la triplice natura divina, scandita dalle tre fasi della luna: crescente, piena e calante.

Ecate, genericamente rappresentata in triplice forma: celeste, terrestre e marina – Wikipedia, pubblico dominio

Jean S. Bolen descrive Ecate come una “presenza liminale“, situata al confine tra notte e giorno, una figura che abita gli interstizi tra i mondi. Erich Neumann aggiunge che Artemide-Ecate è “signora della via notturna, del destino e del mondo dei morti“, custode dei trivii e delle porte, nonché dea lunare legata a spettri e defunti. Queste caratteristiche emergono con forza già nel primo canto dell’Eneide, sottolineando il ruolo liminale e misterioso di Ecate.

Un aspetto affascinante e meno noto riguarda il legame tra Trivia e la maternità, che trova una potente espressione in un poema virgiliano. Virgilio rielabora un episodio mitologico legato a Ippolito, figlio di Teseo. Tradito e accusato ingiustamente dalla matrigna Fedra, Ippolito viene punito con la morte per mano del padre. Tuttavia, l’originalità virgiliana introduce un elemento nuovo e straordinario: Trivia, definita “alma” (benevola, nutrice), interviene per salvare Ippolito.
Grazie alle proprietà magiche delle erbe peonie e per amore di Diana, Trivia nasconde il giovane, resuscitato, in un luogo segreto nel boschetto della ninfa Egeria.

Lawrence Alma-Tadema – La morte di Ippolito – Wikipedia, pubblico dominio

Questo mito, unico e completamente virgiliano, si trasforma così in una potente narrazione di morte e resurrezione. Il gesto di Trivia suscita persino l’ira di Giove, il quale si oppone all’idea che un mortale possa sfuggire alle ombre dell’Ade.
Questo episodio conferisce a Ecate un ulteriore ruolo simbolico: dea della soglia tra vita e morte, custode dei misteri della rinascita, capace di sovvertire le leggi divine per preservare l’innocenza e la purezza.

Trivia, dunque, non è solo la dea della magia e degli incroci, ma anche un simbolo di protezione, trasformazione e continuità tra i mondi, incarnando la forza vitale che sfida l’oblio della morte.

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