Alla nostra epoca è stato concesso un dono eccezionale: un’opera monumentale in dieci volumi, circa 5000 pagine che trascinano il lettore in un viaggio unico, giorno per giorno, nella vita di Gesù di Nazaret. Si tratta de L’Evangelo come mi è stato rivelato, scritto da Maria Valtorta.
Frutto di anni di esperienze mistiche, queste pagine raccontano in modo vivido e dettagliato la vita di Gesù, quasi come se l’autrice fosse stata testimone diretta di quegli eventi. Non solo: Valtorta riferisce episodi e dettagli che persino gli apostoli non poterono conoscere, come il lungo traviamento di Giuda, noto solo a Cristo, che tentò per tre anni, con un amore infinito, di salvarlo.
Chi era Maria Valtorta?

Maria Valtorta a 15 anni – Wikipedia, pubblico dominio

Maria Valtorta, a 21 anni nell’uniforme di infermiera samaritana – Wikipedia, pubblico dominio
Maria Valtorta nacque il 14 marzo 1897. Dal 1913 visse a Firenze, dove militò nell’Azione Cattolica e prestò servizio come infermiera volontaria durante la Prima Guerra Mondiale.
Nel 1920, mentre si trovava per caso in mezzo a una manifestazione, fu colpita alla schiena da un rivoluzionario, subendo danni che la condannarono a un progressivo peggioramento fisico. Dopo una serie di sofferenze, dal 1° aprile 1934 fino alla morte, avvenuta il 12 ottobre 1961, trascorse ventisette anni e mezzo immobilizzata a letto, vivendo un autentico calvario che affrontò con straordinaria fede.
Maria Valtorta era una donna di forte personalità, razionale e concreta, poco incline alle fantasie mistiche e mai alla ricerca di esperienze soprannaturali.
Eppure, nel 1943, quando ormai si sentiva vicina alla morte, accadde l’imprevisto: il mattino del 23 aprile, Venerdì Santo, Gesù entrò nella sua vita in modo potente. Da quel giorno, iniziò per lei un’esperienza quotidiana di locuzioni interiori, visioni e dettati che la impegnarono nella titanica impresa di trascrivere circa quindicimila pagine manoscritte.
Tra il 1944 e il 1947, con alcune visioni successive, Maria Valtorta rivisse l’intera storia di Gesù, descrivendo ogni episodio con un’intensità straordinaria. Non si limitò a riportare gli eventi narrati nei Vangeli, ma colmò i vuoti temporali, sciogliendo apparenti contraddizioni e offrendo dettagli minuziosi, persino sugli odori, il vento e l’ambiente circostante.
Leggere questa opera è un’esperienza che trasforma: illumina la mente, tocca il cuore e cambia la vita. I suoi contenuti non solo confermano i dogmi e gli insegnamenti della Chiesa, ma rivelano una coerenza straordinaria con la dottrina di San Giovanni, di San Paolo e di tutti i Concili.
Non è un caso che questo capolavoro, che commosse persino Papa Pio XII, sia ancora oggi ignorato dall’intellighenzia ufficiale e dagli ambienti modernisti della Chiesa. Tuttavia, grazie all’impegno di Emilio Pisani e del Centro Editoriale Valtortiano, l’opera ha trovato la sua strada: ogni anno conquista decine di migliaia di nuovi lettori ed è tradotta in 21 lingue.
Il celebre biblista Gabriele Allegra ha definito L’Evangelo come mi è stato rivelato “un capolavoro della letteratura cristiana mondiale”, sottolineando l’incredibile conoscenza scritturistica dell’autrice, che però non aveva studiato teologia e possedeva solo una semplice edizione popolare della Bibbia.
Anche il padre gesuita Agostino Bea, uno dei massimi esperti di esegesi biblica e rettore del Pontificio Istituto Biblico di Roma, espresse nel 1952 un giudizio significativo dopo aver esaminato un estratto dell’opera. Scrisse:
“Quanto all’esegesi, non ho trovato, nei fascicoli da me esaminati, errori di alcun rilievo. Sono poi rimasto molto impressionato dall’accuratezza delle descrizioni archeologiche e topografiche”.
Considerando che Maria Valtorta non aveva accesso a testi storici, geografici o teologici e non aveva mai visitato la Terra Santa, questo è un dato straordinario. Le sue descrizioni di luoghi, toponimi e dettagli sconosciuti ai suoi tempi si sono rivelate incredibilmente precise, confermate solo in anni recenti dagli scavi archeologici.
L’opera valtortiana è un mistero che sfida ogni spiegazione razionale. Migliaia di pagine traboccanti di dettagli storici, geografici e teologici, scritte da una donna costretta a letto, priva di strumenti di ricerca, in un periodo drammatico della storia italiana, nella Viareggio della Linea Gotica, sotto i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Eppure, lo stile letterario dell’opera è elevato, fluido e coinvolgente. Ma ciò che più colpisce è la figura che emerge da queste pagine: un Gesù di Nazaret potente, amorevole, maestoso, che incanta con le sue parole e i suoi gesti. È il Cristo dei Vangeli, in tutta la sua grandezza e profondità.
Il mondo non ha mai visto, e forse non vedrà mai, qualcosa di paragonabile.