Quando si parla di eroi del Risorgimento, i nomi sono quasi sempre maschili. Eppure, tra le strade polverose della Sicilia in fermento, c’è stata anche una donna che ha imbracciato un cannone per difendere la sua gente. Si chiamava Giuseppa Bolognara Calcagno, ma tutti la conoscevano come Peppa ‘a Cannunera.

La patriota in una stampa ottocentesca, indicata come “Giuseppina da Barcellona” – Wikipedia, pubblico dominio
Peppa nacque a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, il 19 marzo 1841. Non ebbe una vita facile. Abbandonata alla nascita, crebbe tra famiglie adottive e lavori umili. Nonostante le difficoltà, si fece strada con carattere e forza. Quando arrivò a Catania, lavorava come stalliera e vetturina, un mestiere raro per una donna all’epoca. Ma era anche un modo per muoversi, ascoltare, osservare e avvicinarsi agli ambienti rivoluzionari.
Il suo momento arrivò nel maggio del 1860, durante l’insurrezione antiborbonica che coinvolse la Sicilia dopo lo sbarco dei Mille di Garibaldi.
Catania insorse contro i soldati borbonici e Peppa fu in prima linea. Non con parole, ma con un cannone.

Giuseppe Sciuti – Peppa la cannoniera – Wikipedia, pubblico dominio
Secondo i racconti, posizionò l’arma in modo da sorprendere i soldati nemici alle spalle. In un altro episodio, fece finta che il cannone fosse fuori uso, aspettando che i borbonici si avvicinassero… poi sparò, causando gravi perdite e contribuendo alla ritirata delle truppe. Un’azione audace, rischiosa, e decisiva.
Per il suo coraggio, Peppa fu decorata con una medaglia d’argento al valor militare. Il Comune di Catania le assegnò una pensione, simbolo di gratitudine per chi aveva messo la propria vita al servizio della causa. Ma come spesso accade, gli onori non bastarono a garantirle una vita serena.
Gli ultimi anni li visse in povertà e solitudine. Morì a Messina il 20 settembre 1900, dimenticata da molti.
Oggi, Barcellona Pozzo di Gotto la ricorda con un monumento davanti al Municipio. Ma la sua storia è ancora poco conosciuta fuori dalla Sicilia.
Eppure, Peppa ‘a Cannunera rappresenta qualcosa di importante: il coraggio di chi non si limita a tifare per la libertà, ma la difende. Con le mani, con il cuore, e quando serve, anche con un cannone.
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