Urano, personificazione del Cielo, è considerato l’origine di tutte le cose. Nella mitologia greca, le genealogie sono spesso complesse e intricate, non basandosi su leggende precise ma su interpretazioni e personificazioni della cosmogonia, che rappresentava una disciplina fondamentale per i Greci.
Le teogonie, quindi, offrono versioni diverse sulle origini di Urano, ma concordano su un punto: egli fu il consorte di Gaia (o Gea), la Terra, l’unico abbastanza vasto da poterla coprire interamente.
Dalla loro unione nacquero molti figli, ma Gaia, esausta dall’incessante ciclo di procreazione, implorò i suoi discendenti di liberarla dall’opprimente desiderio di Urano. Solo il figlio più giovane, Crono, accettò di aiutarla. Con un falcetto forgiato da Gaia stessa, tese un agguato al padre e lo evirò, ponendo così fine alla sua tirannia.
Questo evento epocale è narrato in diversi luoghi e contesti: alcuni lo collocano in Sicilia, attribuendo al sangue di Urano la straordinaria fertilità dell’isola; altri vicino a Capo Drepano, il cui nome si dice derivi dal “drepano” (falcetto) di Crono; e altri ancora sull’isola di Corfù, identificata con il falcetto stesso, gettato in mare e “radicato” in quel luogo.
In origine, Gaia era conosciuta come Teti, e da qui deriva il nome collettivo dei suoi discendenti, i Titani. Tra le sue figlie si distinguono Basileia (“la Regina“), successivamente nota come Cibele, e Rea.
Basileia, di straordinaria bellezza, ereditò il trono del padre e sposò il fratello Iperione. Da questa unione nacquero Elio (il Sole) e Selene (la Luna), simboli luminosi che continuarono a illuminare il mito e il cosmo..